
ITINERARIO “FRECCE GIALLE REMASTERED”: UN PERCORSO "MIRACOLOSO" PER MTB E E-MTB
Non ho tracciato io l’originale itinerario per MTB “frecce gialle” ed anzi, vorrei stringere la mano a chi ha concepito, segnato, manutenuto un sentiero tanto geniale e appassionante, per molti anni, prima di me. Come sono venuto a conoscenza di esso? Per puro caso o... per "miracolo", se vogliamo.
“Grazie” all’ultimo Lockdown 2021, a causa della pandemia di Coronavirus: bloccati in casa, durante il periodo in cui la Lombardia è stata zona rossa, io e mia moglie abbiamo abbandonato gli sport che pratichiamo abitualmente e ci siamo dedicati con maggior passione alla MTB. La bicicletta, infatti, ci consentiva di partire da casa e farvi rientro dopo una sana boccata d’aria e un po’ di libertà.
Abbiamo una certa praticità con il mezzo: da cicloturisti, abbiamo girato in MTB in lungo e in largo e abbiamo anche salito in Ladakh il famoso Kardung La, che viene indicato avere quota 5.600 mt sul livello del mare.
Dopo avere percorso tutti i circuiti a noi noti, intorno a Olgiate Comasco dove abitiamo – dalla meravigliosa Gran Fondo dei Longobardi curata dai Falchi Blu, ai circuiti del Parco Pineta di Appiano e di Tradate – abbiamo cercato su internet altri itinerari, per non annoiarci con ripetizioni. Su di un sito internet svizzero (http://web.ticino.com/rupabiker/cartine/frecce.htm) abbiamo trovato l’indicazione delle “famose frecce gialle di Olgiate Comasco”.
Essendo noi di Olgiate Comasco ci siamo subito chiesti da dove passasse un circuito di MTB, addirittura famoso oltre il confine, ma sconosciuto a tutti i miei amici e contatti. Appena scoperta la novità, infatti, ho chiesto ragguagli a destra e a manca, per sapere se qualcuno ne avesse contezza, ma anche amici appassionatissimi di MTB non lo avevano mai sentito nominare prima. Ho quindi contattato via email gli indirizzi presenti sul sito svizzero, per avere informazioni, purtroppo senza ricevere risposta alcuna.
Come capita spesso, una specie di magia ha sbloccato la situazione: uscito da casa col cane dopo un fortissimo temporale, nel bosco adiacente alla mia abitazione, togliendo un ramo caduto, ecco comparire una freccia gialla: scolorita, ammuffita, ma sicuramente, inequivocabilmente, una freccia gialla ad Olgiate Comasco. Da qui, la curiosità di cercare tutte le altre e effettivamente, la descrizione fatta dal sito svizzero sembrava reggere alla prova dei fatti: “Durante tutto il percorso vi basterà seguire le frecce! sono un po' dappertutto: sui rami, sui sassi, sui muri ... in alcuni casi si nascondono dietro la vegetazione ... cercatele e vi porteranno loro. Se invece sbagliate strada (ve ne accorgerete perché non incontrate più frecce)... niente problemi ... tornate sui vostri passi e controllate tutte le stradine/sentieri che incontrate (noi l'abbiamo scoperta così!)”.
Abbiamo così scoperto un itinerario emozionante, segnato la prima volta da un vero maestro di orientamento, capace di affrontare e scovare un percorso logicissimo, sempre nei boschi e su sterrate o sentieri, tranne laddove è del tutto necessario attraversare paesi o strade.
Olgiate Comasco, Colverde, Drezzo, Cavallasca, Como, Cardano, Montano Lucino, Lurate Caccivio, Beregazzo, Appiano, Tradate, Binago e… e a Binago la brutta scoperta: le frecce si interrompevano bruscamente.
Dopo giorni spesi a cercare – nel tempo libero – le fedelissime tracce gialle, a Binago, ad un trivio in località Monello, pur con tutti gli sforzi di ricerca fatti insieme a tre amici, abbiamo dovuto gettare la spugna: di frecce gialle, nessuna ulteriore avvisaglia. Nessun segno, nessun bollo reperibile con la semplicità e la logica finora seguite.
Abbiamo provato a ripercorrere la mappa presente sul sito svizzero, dovendo però presto constatare quanto essa fosse approssimativa ed anche accorgerci che le descrizioni dell’itinerario fatte nello stesso sito erano poco affidabili: “attraverserete il paese di Olgiate Comasco passando di fianco all'asilo comunale” non era affatto una descrizione coincidente con il tracciato finora scoperto, dal momento che nessun sentiero passa accanto all’asilo di Olgiate, data anche la sua collocazione in mezzo alla città.
Abbiamo speso moltissime ore a Monello, desolati dall’avere seguito un percorso stupendo per oltre 40 km, senza volerci rassegnare a che finisse nel nulla. Nei boschi adiacenti, molti i sentieri segnati, ma nessuna freccia gialla, nessun bollo giallo. Ho pensato che, come anche in altre zone del percorso, l’urbanistica nuova e i tagli boschivi succedutisi nel tempo avessero cancellato le tracce del percorso, in modo irreparabile.
Il mio scoramento è stato enorme e devo ringraziare un misterioso e sconosciuto “amico” che – ennesima dimostrazione di "magia" in questa storia, dopo il rinvenimento della prima freccia gialla per puro caso – proprio mentre ci dedicavano a trovare uno sbocco logico al percorso, ha preso in mano la situazione in contemporanea alle nostre ricerche ed ha continuato da Monello la tracciatura dell’itinerario.
Questo sconosciuto a cui va tutta la mia gratitudine ha deciso di procedere in autonomia al completamento della traccia, con un percorso altrettanto logico, parzialmente attraverso il paese di Binago, che ha permesso – peraltro – di ricongiungersi in località Roccolo (toponimo da verificare, nei pressi della scuderia Mosquitos), verso i boschi di Albiolo, alla meravigliosa Gran Fondo dei longobardi, con la quale il Frecce Gialle – a questo punto “remastered” – condivide alcuni parziali tratti, prima di staccarsene per riacquistare la propria autonomia.
Il lavoro di tracciatura di questo nuovo raccordo con le frecce di vernice e i bolli è stato fatto in modo genuino e spesso ingenuo, senza la maestria dell’originale tracciatore, ma con forse maggiore efficacia e determinazione e, di certo, con il risultato di creare alla fine un circuito di oltre 54 chilometri e circa 1100 mt di dislivello complessivo, attraverso boschi, campi, accanto a cascine, torrenti, alle fortificazioni della "Linea Cadorna", su montagne e colline, nel nostro meraviglioso territorio. Una vera esplorazione, una scoperta di angoli remoti e altri famosi, con affacci stupendi e panorami incredibili.
Così, mentre altri completava l’apposizione delle famose “frecce” e dei bolli gialli – proseguiva la mia ricerca anche attraverso i social network, di chi avesse avuto in precedenza conoscenza del vecchio (e quindi, ahimè, per nulla famoso) circuito delle frecce gialle.
Quindi, dopo avere appurato che il cerchio si era finalmente chiuso, sabato 31 luglio 2021 ho raccolto la traccia GPX, per metterla a diposizione di chiunque fosse interessato alla frequentazione del tracciato in tutta sicurezza, senza rischio di perdersi, per quanto ancora oggi (ed anzi, grazie al rinnovamento delle vecchie e scolorite frecce, ancor di più oggigiorno) vale il concetto espresso dal sito svizzero: "Cerca le frecce, non puoi perderti! Se non ne vedi più, hai forse sbagliato ad imboccare una traccia, torna indietro e cerca al precedente bivio il segno giallo che di certo non mancherà". Lungo tutto l'itinerario, non ci sono tratti superiori ai 500 metri senza un bollo giallo e mancano soltanto laddove non ci siano bivi a poter confondere il ciclo-escursionista. Ad ogni bivio, per contro, c'è sicuramente una traccia chiarificatrice sulla direzione da prendere.
Quello che posso dire, per concludere, è che il tracciato adesso acquisisce un’importante funzione: oltre a conservare una grande logica in se stesso, esso funge ottimamente da anello di congiunzione tra la Gran Fondo dei Longobardi e i sentieri per MTB manutenuti e rinnovati con sapienza all’interno dei boschi di Tradate ed Appiano, consentendo agli appassionati di MTB di passare, potenzialmente, fino a tre giorni nella zona dell’olgiatese e dintorni, per percorrere oltre cento chilometri di MTB su tracce sempre emozionanti e adatte a ogni livello di capacità tecnica.
Per ripercorrere il “Frecce gialle”, ho tagliato rami, pulito rovi invadenti, sistemato pietre pericolose, pulito sentieri, spostato alberi caduti, ripassato con la vernice tutti i segni preesistenti del tracciato originario fino a Monello, smosso ostacoli, cancellato (e di questo, chiedo venia all’originale tracciatore, che spero non me ne voglia) delle frecce gialle che deviavano in modo incomprensibile dal percorso originario, spesso perdendosi nel nulla: forse opere di successiva revisione e manutenzione, non effettuate con accortezza.
Purtroppo, in due punti, dopo le recenti bombe d’acqua di fine luglio 2021, alberi caduti intralciano oggi il percorso, richiedendo l’intervento di motoseghe: in località Colverde, sopra il Lura e in zona (che non so ben descrivere, se non con le coordinate GPS) tra Appiano e Tradate. Parte del sentiero è stato eroso dall’acqua e nel complesso, i fenomeni temporaleschi estremi hanno causato, a questo come a tutti i sentieri, molti danni: nulla di irrecuperabile, nessun impedimento che non possa essere comunque aggirato, soprattutto se oltre alla doverosa manutenzione ci sarà una sana frequentazione da parte degli appassionati.
Dopo il lavoro ciclopico, sapientissimo e magistrale del primo tracciatore, dopo il lavoro di chi ha marcato un nuovo pezzo di tracciato, per dare continuità all’anello, io mio sono occupato di rilevare la traccia GPX – che ora è a diposizione sul bellissimo sito della ASD IBEX Bike Run di Binago e di stabilire, arbitrariamente (e anche di questo chiedo scusa all’originario tracciatore), un piccolo raccordo dal cimitero di Olgiate all’interno del circuito, definendo quindi per esso un inizio che risulta comodo, accessibile e dotato di ampio parcheggio, per chi volesse giungere in auto con la bici al seguito. L’anello, peraltro, ha per centro proprio Olgiate Comasco e pare naturale farlo partire da qui, anche considerando che in questo modo potrà essere spezzato in due parti, fattibili in giorni diversi: una prima parte, dal cimitero, passando per la spina verde e tornando a Olgiate, in località ponte di Baragiola (totale 30 km); una seconda parte (di 24 km), partendo dal ponte di Baragiola verso Lurate, Appiano e via discorrendo, fino ad Olgiate Comasco, lungo l’ultimo tratto del percorso della vecchia ferrovia e, quindi, di nuovo al cimitero.
Il tracciato complessivo, oggi, ha quindi un inizio nuovo ed prestabilito: essendo un anello, tuttavia, si può entrare in esso in ogni parte del circuito, con l’accortezza – fondamentale – di seguire il suo andamento in un solo verso, ovvero quello ORARIO (quello indicato dalla frecce). In alcuni tratti, precedenti manutentori avevano segnato frecce anche di ritorno, che tuttavia – oltre a generare confusione – portavano a percorrere il tracciato due volte, in due versi differenti, negli stessi punti, con scarsa logica e minando il piacere dell’esplorazione. Inoltre, alcune salite e discese, percorse nel verso opposto, perderebbero la propria bellezza per diventare o troppo dure, o – viceversa – insignificanti, dal punto di vista ciclistico.
Ora il “Frecce Gialle Remastered” da progetto è diventato realtà, regalato alla comunità dei ciclisti e affidato al buon senso, al rispetto, alla cura di tutti i frequentatori che, si spera, siano molti e sempre di più.
Associazioni come la ASD IBEX Bike Run di Binago (www.ibexbikerun.com ) che già vantano tra le proprie “mission” la cura dei tracciati e la marcatura di altri, nuovi e più entusiasmanti percorsi, con la percorrenza del sentiero e con la diffusione del suo GPX e della sua conoscenza, contribuiranno fattivamente alla sua salute e al suo mantenimento nel tempo.
Io spero soltanto che gli sforzi che ho fatto – di ricerca, pulizia, riverniciatura, sistemazione, esplorazione, rettifica, cancellazione di vecchie frecce “disorientanti”, unificazione della percorrenza e eliminazione di “tratti morti” o confusi, rilevazione della traccia GPX – possano essere apprezzati e valorizzati dalla comunità degli appassionati di MTB e dalle amministrazioni comunali coinvolte dal tragitto che, in questa novità, potranno cogliere occasioni di promozione del territorio in modo turistico e, pressoché, a costo zero (con l'invito a “tollerare” sul proprio territorio comunale nuove frecce e bolli di vernice gialla, che non deturpano alcuna struttura pubblica o privata). Una novità ciclistica per sportivi di tutte le età e capacità, per MTB o E-MTB.
(Matteo A. Rubino)
